"Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni."
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni."
Foto di Gea |
Nelle aree in cui si coltivano gli agrumi, un minuscolo artropode semina il panico. L'arancio amaro, il pompelmo, il cedro, ma soprattutto il profumatissimo limone sono le piante attaccate da un acaro chiamato Eriophyes sheldoni, noto ai più come l'acaro delle meraviglie.
Questo piccolo animale (0,1 / 0,2 mm di lunghezza da adulto) predilige alcune varietà di agrumi in generale e di limoni in particolare.
Esso trascorre l'inverno all'interno delle gemme della pianta finchè, al momento della ripresa vegetativa, raggiunge le nuove gemme e si ciba di esse pungendole.
Le gemme a fiore punte dal piccolo acaro daranno origine a fiori che cadranno precocemente, mentre quelle che da cui nascerà il frutto daranno una “prole” deformata, tentacolare, dall'aspetto di un polpo. Questi frutti sono definiti meraviglie.
Dove il frutto viene punto dagli acari, infatti, non si sviluppa, a causa di alcune sostanze contenute nella saliva del piccolo artropode, mentre continua tutt'intorno la sua crescita.
Esso trascorre l'inverno all'interno delle gemme della pianta finchè, al momento della ripresa vegetativa, raggiunge le nuove gemme e si ciba di esse pungendole.
Le gemme a fiore punte dal piccolo acaro daranno origine a fiori che cadranno precocemente, mentre quelle che da cui nascerà il frutto daranno una “prole” deformata, tentacolare, dall'aspetto di un polpo. Questi frutti sono definiti meraviglie.
Dove il frutto viene punto dagli acari, infatti, non si sviluppa, a causa di alcune sostanze contenute nella saliva del piccolo artropode, mentre continua tutt'intorno la sua crescita.
In condizioni favorevoli l'acaro si riproduce ogni 15 giorni nel periodo estivo e ogni 20- 30 giorni nella stagione invernale. Di solito esso viene trasportato da una coltivazione all'altra attraverso il vento o a causa dello spostamento di attrezzature vivaistiche. Proprio la sua capacità di riprodursi velocemente durante l'estate ed il fatto che in inverno viva riparato nelle gemme lo rendono un temibile avversario per le coltivazioni di limoni ed agrumi più in generale.
In un passato non lontano le meraviglie sono state prese come simbolo della lotta contro l'inquinamento, senza sapere che in realtà erano il frutto, è proprio il caso di dirlo, di un'infestazione di parassiti: gli acari eriofidi di cui abbiamo parlato oggi.
Da qualche parte, ultimamente, ho letto questa frase: “L'istruzione si paga una volta sola, l'ignoranza si paga tutta la vita”.
In un passato non lontano le meraviglie sono state prese come simbolo della lotta contro l'inquinamento, senza sapere che in realtà erano il frutto, è proprio il caso di dirlo, di un'infestazione di parassiti: gli acari eriofidi di cui abbiamo parlato oggi.
Da qualche parte, ultimamente, ho letto questa frase: “L'istruzione si paga una volta sola, l'ignoranza si paga tutta la vita”.
"Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s'abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d'intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno piú languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità."
s'abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d'intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno piú languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità."
Testo poesia da "I limoni" di Eugenio Montale (Ossi di Seppia,1925).
Immagini personali e tratte da Wikipedia.