Può piacere o non
piacere, comunque Angelo Branduardi rimane uno dei cantanti italiani
più amati degli ultimi anni. La sua personalità creativa ed
originale ed il suo talento musicale sono scarsamente ignorabili.
Inoltre, a me piace
molto, nel caso non fosse chiaro fino a questo momento.
Forse saranno i capelli
che mi ispirano simpatia, perché da un certo punto di vista sono
simili ai miei, tuttavia i suoi ritmi un po' strani e le sue canzoni,
se vogliamo un po' demodé,
fanno da sempre parte del mio repertorio culturale.
Per
rispondere alla domanda che si sarà affacciata alla vostra mente,
non sono impazzita e non voglio annoiarvi con i miei gusti musicali.
Vorrei parlarvi della Daphnia magna.
Iniziamo
dalle basi: che cos'è l'ecotossicologia?
Essa
è stata definita da Truhat nel 1977 come la branca della
tossicologia che si occupa dello studio degli effetti tossici causati
da inquinanti naturali o sintetici sui costituenti degli ecosistemi
animali, vegetali o microbici.
L'ecotossicologia
quantifica gli effetti dei fattori di stress sulle popolazioni
naturali, comunità o ecosistemi. Quello che si fa con gli esami di
laboratorio, in pratica, è il monitoraggio del grado di
inquinamento, in modo che si riesca a predire, per quanto possibile,
i suoi effetti e si riescano a prendere le contromisure necessarie.
Queste analisi vengono svolte con l'aiuto di bioindicatori, organismi
che possiedono determinate caratteristiche e sono sensibili a
particolari sostanze inquinanti.
La
Daphnia magna è un piccolissimo crostaceo usato nei test di
tossicità delle acque, poiché estremamente sensibile
all'inquinamento da metalli pesanti (piombo, cadmio, zinco, rame
ecc.).
Il
test di tossicità acuta viene effettuato su concentrazioni
differenti di inquinante, così da determinare gli effetti tossici
sul crostaceo in presenza di quantità diverse di metalli pesanti.
I
neonati di Daphnia vengono messi nel campione e, dopo un periodo di
tempo prestabilito (24h o 48h), si osserva quanti ne sono
sopravvissuti.
Il
test di tossicità cronica, invece, ha una durata di 21 giorni. I
presupposti sono gli stessi, la differenza sta nel fatto che, al
termine del periodo, viene rilevato il numero totale di neonati vivi
prodotti da ciascun progenitore vivo alla fine del test.
30 secondi di Daphnia magna
L'ecotossicologia
sta prendendo sempre più campo nelle analisi di monitoraggio di vari
tipi di acque, dagli scarichi alla balneazione, perciò è importante
sapere che questi piccoli crostacei sono di fondamentale aiuto non
solo per l'uomo, ma anche per la loro stessa specie. Infatti fanno in
modo che sia possibile prendere delle misure di salvaguardia da
questi inquinanti, che salveranno non solo il genere Daphnia, ma
anche molti organismi che vivono nel loro stesso habitat. Ad esempio,
molti pesci si cibano di questi piccoli crostacei e si è notato che
la morte di questi ultimi nei corsi d'acqua inquinati ha portato
anche alla scomparsa di alcune specie ittiche.
La
Daphnia è, infatti, una delle basi della catena alimentare delle
specie di acqua dolce.
Che
cosa c'entra questo post con Branduardi?
Il nome comune della Daphnia
magna è “pulce d'acqua” ed il menestrello prese l'idea
per la sua canzone da un'antica leggenda dei nativi d'America,
narrata da Jaime de Angulo nel libro “Racconti indiani”.
Si
narrava, tra le tribù californiane di pellerossa, che durante la
notte la propria ombra si staccasse dal corpo e se ne andasse a
vagare per i dintorni. All'alba la prima cosa da fare era cantare per
farla ritornare, poiché senza un'ombra non è possibile vivere, ci
si ammala e si muore poco dopo.
Il
racconto di Jaime De Angulo narra le vicende di una famiglia di
animali – uomini, personaggi che hanno un po' degli uni e un po'
degli altri, che compie un lungo viaggio. Durante il tragitto uno
degli adulti si ammala e, dopo aver consultato una sciamana, capisce
che la sua malattia deriva dal fatto che la sua ombra gli è stata
rubata appunto da una pulce d'acqua.
Il
motivo? Aver riso di lei mentre volteggiava nell'acqua, anche se
l'uomo lo aveva fatto senza alcuna volontà derisoria, ma
semplicemente perché il piccolo animale lo aveva divertito.
Tuttavia, la moglie del protagonista dice, giustamente: “Tu cosa
diresti se uno straniero venisse al tuo campo, ti fissasse a lungo e
poi iniziasse a ridere di te tenendosi i fianchi?”.
Il
mattino seguente la sciamana dà una soluzione per riprendersi la
propria ombra: andare nel posto in cui quest'ultima è stata rubata e
cantare una canzone, che farà salire la pulce d'acqua in superficie.
A quel punto bisognerà chiedere indietro all'esserino la propria
ombra in modo fermo e asciutto e poi andarsene senza discutere con la
pulce.
Inutile
dire che la strategia funzionò e l'ombra fu restituita.
Leggendo
il resto del libro, gli altri animali nominati nel testo, cioè la
serpe verde e la mosca d'autunno, sembrano essere presenti in alcuni
canti sciamanici citati, pieni di potere magico e curativo. E'
possibile che si tratti di riferimenti alle tante creature presenti
nel folklore dei nativi americani.
Attenzione,
quindi, a deridere i piccoli esserini intorno a voi … se sono
permalosi, c'è la possibilità che vi facciano un brutto scherzo!
Angelo Branduardi - La pulce d'acqua