Tra il 1845 ed il 1849
nella verde Irlanda, che in molti conoscono ed amano, si sono succeduti
degli avvenimenti che hanno lasciato una profonda traccia nella
popolazione fino ai giorni nostri.
Lo posso affermare con
cognizione di causa, dato che quest'estate ho avuto la fortuna di
passare le mie vacanze in questa terra stupenda e sentire numerose
persone raccontare di questo avvenimento, così tante che io stessa
ho pensato, nella mia ignoranza, si riferissero a fatti accaduti in
tempi molto più recenti.
Le cause della carestia, la più grande che ci sia mai stata in
Irlanda, sono ovviamente molteplici: la politica economica
britannica, le condizioni dell'agricoltura irlandese, l'impennata
demografica del paese. A mettere in ginocchio la popolazione fu però
un piccolissimo microrganismo, chiamato Phytophthora
infestans, per
gli amici Peronospora della patata.
Se volessi semplificare potrei raccontarvi che si tratta di una
specie di fungo, ma poi voi avreste nella testa l'immagine di un
funghetto con il cappello rosso come ce ne sono nei boschi delle
fiabe, e sareste terribilmente fuori strada.
Diciamo questo della peronospora:
NON è un fungo, fa parte della classe degli Oomiceti
Si differenzia dai funghi veri e propri perchè la sua parete
cellulare è formata da carboidrati diversi (chitina nei primi, una
miscela di cellulosa e glucani nei secondi), tuttavia, proprio come
i funghi, si sviluppa in modo filamentoso e si nutre di materia in
decomposizione.
Colpisce in particolare le piante che appartengono alla famiglia delle Solanacee, cioè patate, pomodori, melanzane
Per farla breve e dirla con Mina e Cocciante, è questione di feeling. Se state ancora pensando ad un modo di immaginarvi lo sviluppo filamentoso degli Oomiceti, eccovi servita su un piatto d'argento l'immagine dei capelli del bravo cantautore nazionale ad aiutarvi.
In Irlanda la patata arrivò alla fine del 1500, ma con il passare
dei decenni prese sempre più campo la sua coltivazione perché era
più facile ottenerne un quantitativo adatto al sostentamento su un
appezzamento di terreno più piccolo e lasciare il resto
all'allevamento.
In relativamente poco tempo, la patata divenne la fonte di
sostentamento delle famiglie irlandesi. Permaneva, comunque, un grave
problema di fondo: le patate non si conservavano per più di nove
mesi e per questo, da giugno a settembre, il mese del raccolto, c'era
il cosiddetto periodo di magra per la popolazione.
Con
il passare del tempo il prezzo dei cereali aumentò a dismisura,
tanto che le famiglie irlandesi iniziarono a basare tutta la loro
dieta sul consumo di patate e quindi sul raccolto annuale di questo
tubero. Ne fu introdotto anche un nuovo tipo, la varietà Lumper
ad
alta produttività.
Fu l'inizio della fine.
Già nel primo decennio del 1800 la patata Lumper si dimostrò molto
vulnerabile ad organismi parassiti e ne seguirono dei raccolti
disastrosi.
Nel
1846, tuttavia, la situazione peggiorò ancora nel momento in cui il
nostro oomicete, Phytophthora
infestans, colpì
i raccolti di patate facendoli diventare dei semplici ammassi di
materia marcia, immangiabili ed irrecuperabili dal punto di vista
della coltivazione. Il prezzo dei tuberi arrivò alle stelle e di
conseguenza ridusse allo stremo le già povere famiglie irlandesi,
della cui dieta poco differenziata abbiamo già parlato sopra.
Ovviamente nessuno fino al 1882 seppe dare una spiegazione a quello
che stava accadendo ai raccolti e perciò nessuno aveva la minima
idea su come arrestare il morbo. Fino al 1849, circa un milione di
irlandesi morì di fame, mentre più o meno lo stesso numero iniziò
quella che fu l'ondata migratoria più consistente che ci sia stata a
partire dall'isola. Un flusso continuo di persone denutrite e in
cerca di un posto migliore in cui vivere si riversò su navi che le
portavano verso gli Stati Uniti e il Canada, ma coloro che vi arrivavano
spesso erano dei malati terminali di tifo, molti dei quali non
riuscivano nemmeno a superare la quarantena.
La
Grande Carestia è vissuta ancora oggi come un ricordo vivido ed
impresso nella memoria di un'intera nazione, una cicatrice che
probabilmente mai scomparirà del tutto.
E' dello scorso anno l'annuncio della scoperta del preciso ceppo patogeno che ha dato luogo alla Grande Carestia, grazie al lavoro svolto da un gruppo di ricercatori del Sainsbury Laboratory di Norwich, UK.
A partire da alcuni campioni di foglie vecchie di 120/170 anni e
provenienti da Irlanda, Regno Unito, Europa e Nord America (i paesi
colpiti dalla malattia trasmessa dalla peronospora), il gruppo è
riuscito a sequenziare il DNA dell' oomicete.
Comparando il DNA dei ceppi moderni con quello dell'epoca della
Grande Carestia ci si è accorti che la Phytophthora che ha causato
quest'ultima non esiste più. Al suo posto esiste un altro tipo di
microrganismo che tutt'oggi causa malattie dei raccolti, sebbene in
maniera molto minore.
E' stata confermata la provenienza della Phytophthora infestans
dall'America, tuttavia, “leggendo” il DNA del vecchio ceppo ormai
scomparso e confrontandolo con quello moderno, si assiste ad una
diversificazione del genoma impressionante.
Il genoma dell' oomicete trasformista cambia prima all' interno del
continente americano e poi nel momento in cui il microrganismo,
portato tramite nave dal Nuovo Continente, approda in Europa.
Solo agli albori del '900 il “vecchio” genoma scompare,
probabilmente a causa dell'introduzione di colture più resistenti,
sostituito dal nuovo microrganismo, quello che ancora oggi attacca i
raccolti, ma lo fa in modo meno aggressivo del precedente.
Dalla
Grande Carestia esce un' Irlanda in
ginocchio.
Molti dei principali protagonisti della lotta per l'indipendenza
irlandese sono genealogicamente correlati con gli stessi emigranti
costretti ad andarsene dal proprio paese per colpa dei raccolti
andati in malora.
Il sentimento popolare comune, tuttavia, era quello di essere stati
cacciati dalla loro terra per colpa di una politica economica inglese
che aveva messo in ginocchio un' intera nazione con le sue decisioni.
Alcune volte avvenimenti epocali partono da piccole cose, come un
oomicete.
"Fields of Athenry" - The Dubliners
Testo "Fields of Athenry" in italiano: http://it.wikipedia.org/wiki/The_Fields_of_Athenry