Personalmente non sono
una grande estimatrice del miele, nel senso che averlo come
ingrediente nei dolci mi piace molto, ma il solo pensiero di
mangiarlo direttamente su una fetta di pane mi dà un'impressione di
dolore ai denti.
In Italia esistono
moltissime realtà che producono miele e altrettante attività volte
a promuoverne il consumo e valorizzarne la qualità.
Ad ogni fiera, inoltre,
non manca mai lo stand che vende miele.
A quella in onore del
patrono della mia città natale, c'è sempre una bancarella, sotto al
loggiato comunale, che espone una teca con dentro moltissime api ed
un' apona gigante che altri non è se non la regina. La gente si
ferma a guardarle; io, che ho un conto in sospeso con le api da
quando mi hanno punto alla fontana dei giardinetti, passo oltre
velocemente.
Ciò non toglie che
questi insetti siano in qualche modo ammalianti, con i loro voli
tutt'altro che casuali ed i compiti perfettamente divisi. Oltre a
ciò, appunto, producono questo nettare dalle proprietà
straordinarie, il miele, e tutta una serie di altri composti
estremamente utili: la pappa reale, nota alle madri di una buona
parte del globo, e la propoli, di cui tutti conosciamo le proprietà
fondamentali quando “giù nel gargaroz sentiamo
il diavoloz” [cit. Elio e le
Storie Tese].
E'
facile perdere la bussola davanti agli espositori di negozi e
bancarelle, dato che ogni miele, meraviglia delle meraviglie, può
provenire da una pianta diversa. C'è il miele di betulla, quello di
castagno, il millefiori, il miele di fiori d'arancio e via dicendo.
Poi c'è anche il miele di melata.
Io ho
sempre pensato che la melata fosse un albero, tipo una variante del
melo. Poi, dato che a casa mia la domenica a pranzo eravamo sempre
sintonizzati su Linea Verde, ho imparato che le cose non stanno così
e non vedrò mai nella mia vita un albero di melata.
Vi spiego
perchè.
Il
miele di melata è l'unico miele che le api non producono a partire
dal nettare dei fiori.
La
melata, infatti, è una secrezione zuccherina emessa da particolari
tipi di insetti che si nutrono della linfa della piante succhiandola
direttamente da esse.
I
piccoli insetti, appartenenti al gruppo degli Omotteri, usano come
unico alimento della loro dieta la linfa, tuttavia hanno bisogno di
soddisfare anche il loro fabbisogno di amminoacidi, oltre a quello di
zuccheri. La linfa contiene amminoacidi solo in minima parte, quindi,
per arrivare alla quota che serve loro per vivere, devono prelevarne
moltissima e “buttare” molta della parte zuccherina di questo
fluido.
Questi
insetti riescono a farlo grazie ad un adattamento del loro sistema
digerente, chiamato camera filtrante, che permette appunto di
filtrare acqua e zuccheri e convogliarli verso l'intestino
posteriore. Così facendo, si concentra il substrato aminoacidico da
assorbire e si mandano l'acqua e gli zuccheri scartati verso la parte
posteriore dell'intestino e dunque verso l'ano, da cui vengono espulsi in piccole
goccioline.
In
ambienti aridi o desertici, come la Sierra Nevada, l'Australia e il
Medio Oriente, la melata è un mezzo diretto di sostentamento, data
l'alta concentrazione di zuccheri.
In
ambienti in cui scarseggiano le piante da bottinare, le api
stesse ricorrono a questa sostanza zuccherina per fare il miele. A
partire dagli anni ottanta, specie nella parte centro settentrionale
della penisola italiana, si sono susseguite delle infestazioni di
Metcalfa pruinosa, un insetto omottero di difficile controllo,
che raggiunge alte densità di popolazione e quindi dà avvio alla
produzione di un'altissima quota di melata e di conseguenza alla
possibilità di avere ingenti quantità di miele di melata. A volte,
proprio per questa ragione, esso viene definito anche miele di Metcalfa.
Questo
tipo di miele viene più apprezzato dagli abitanti del Nord Europa
poiché non è particolarmente dolce, è di colore scuro ed è anche
molto denso. Ha, insomma, un gusto particolare che si discosta dalla
dolcezza del miele a cui siamo abituati.
Da un
punto di vista ecologico, inoltre, la melata è un'importante fonte
alimentare per un vasto numero di insetti, i quali, quando scarseggia il
nettare, la usano come cibo. E'
il caso degli appartenenti al gruppo dei Ditteri (mosche) ed a quello
degli Imenotteri (api, vespe, formiche).
Come bonus, l'immagine di una formica beona.
Come bonus, l'immagine di una formica beona.
Imenottero con una goccia di melata - Autore: Böhringer Friedrich (Opera propria) |
Vi
lascio con un video in cui si vede sia la Metcalfa
che l'ape intenta a raccogliere la melata dalle foglie.
Il miele di melata - Metcalfa e ape al lavoro