Viviamo in un'epoca
strana, in cui anche ad Antonio Banderas cadono le fette biscottate
dalla parte della marmellata.
Tempi ancora più strani
perché per moltissima gente vale ancora la regola dei 5 secondi
quando si parla di cibo che cade a terra. Se anche voi, come me fino
a qualche anno fa, non la conoscete, vi faccio un breve riassunto.
“Qualunque cibo cada
a terra, se permane al suolo per meno di 5 secondi
è ancora sicuro da
mangiare. I batteri cattivi non l'hanno ancora contaminato.
Oltre i 5 secondi, si può decidere di buttarlo o mangiarlo, ma
ormai è compromesso dal punto di vista igienico.”
A
quanto pare, più di un gruppo di ricercatori si è occupato della
faccenda, forse perché è un problema che
li assilla spesso.
L'ultimo
studio al riguardo è dell' Università inglese di Aston, vicino
Birmingham.
Reso
noto nel Marzo di quest'anno, è ancora sottoposto a revisione, ma le
sue conclusioni ricalcano da vicino lo studio compiuto nel 2007 dalla
Clemson University in South Carolina, USA.
Per
rendere chiari i presupposti della ricerca diciamo che se ci cade il
panino, nel momento in cui esso tocca terra entra in contatto anche
con i batteri che rivestono praticamente ogni superficie del mondo
che ci circonda.
I due
studi consistevano nel calcolare la quota di batteri che venivano
trasferiti da tre superfici diverse (piastrelle, parquet, moquette) a
differenti tipologie di cibi, più o meno appiccicosi (dalla fetta di
pane al lecca lecca), oppure ad un solo tipo di cibo: pane e
pseudo-mortadella.
Le
tecniche utilizzate per calcolare quanti batteri rimanevano adesi al
cibo sembra siano sostanzialmente le stesse, mentre i batteri
ricercati no.
In
Inghilterra hanno cercato e tentato di enumerare Escherichia coli e
Staphylococcus aureus, mentre negli Stati Uniti hanno preferito
Salmonella typhimurium.
Dallo
studio inglese si sono tratte conclusioni ovvie, come quella per cui
più il cibo è appiccicoso, più batteri vi si trasferiscono in meno
tempo, ma anche qualche curiosità: la moquette ha il minor tasso di
trasferimento dei batteri rispetto a parquet e piastrelle.
Gli
studi concordano nell'affermare che non appena il cibo tocca terra,
esso è automaticamente contaminato, ma divergono nella stretta
conseguenza.
Mentre
per l' Università di Aston la quota di batteri immediatamente
trasferiti non è abbastanza per procurare una malattia ed è
comunque necessario che passi un periodo di tempo maggiore per
definire il cibo non sicuro, per il gruppo statunitense, se il
trasferimento è abbastanza per enumerare i batteri, lo è anche per
procurare una malattia.
Da
qui il comportamento differente anche dei due capigruppo della
ricerca, quando si è chiesto loro se seguissero la regola dei 5
secondi.
Lo
statunitense Dawson ha affermato di non mangiare nulla che sia caduto
a terra anche solo per mezzo secondo, mentre l'inglese Hilton dice di
seguire la regola, naturalmente facendo un'eccezione nel caso la
superficie d'arrivo non sia il pavimento di casa sua, ma il
marciapiede, ben più sporco.
Aspettiamo
gli aggiornamenti per leggere lo studio britannico nello specifico.
Nel
frattempo, vi state chiedendo l'utilità di questo tipo di ricerca?
Onestamente lo ignoro, ma deve aver fatto venire qualche idea a note
marche di panificati, se anche Antonio Banderas adesso produce fette
biscottate più spesse.
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