giovedì 5 giugno 2014

Cinque secondi per decidere

Viviamo in un'epoca strana, in cui anche ad Antonio Banderas cadono le fette biscottate dalla parte della marmellata.
Tempi ancora più strani perché per moltissima gente vale ancora la regola dei 5 secondi quando si parla di cibo che cade a terra. Se anche voi, come me fino a qualche anno fa, non la conoscete, vi faccio un breve riassunto.

Qualunque cibo cada a terra, se permane al suolo per meno di 5 secondi
è ancora sicuro da mangiare. I batteri cattivi non l'hanno ancora contaminato. 
Oltre i 5 secondi, si può decidere di buttarlo o mangiarlo,  ma
ormai è compromesso dal punto di vista igienico.”



A quanto pare, più di un gruppo di ricercatori si è occupato della faccenda, forse perché è un problema che li assilla spesso.
L'ultimo studio al riguardo è dell' Università inglese di Aston, vicino Birmingham.
Reso noto nel Marzo di quest'anno, è ancora sottoposto a revisione, ma le sue conclusioni ricalcano da vicino lo studio compiuto nel 2007 dalla Clemson University in South Carolina, USA.
Per rendere chiari i presupposti della ricerca diciamo che se ci cade il panino, nel momento in cui esso tocca terra entra in contatto anche con i batteri che rivestono praticamente ogni superficie del mondo che ci circonda.
I due studi consistevano nel calcolare la quota di batteri che venivano trasferiti da tre superfici diverse (piastrelle, parquet, moquette) a differenti tipologie di cibi, più o meno appiccicosi (dalla fetta di pane al lecca lecca), oppure ad un solo tipo di cibo: pane e pseudo-mortadella.
Le tecniche utilizzate per calcolare quanti batteri rimanevano adesi al cibo sembra siano sostanzialmente le stesse, mentre i batteri ricercati no.
In Inghilterra hanno cercato e tentato di enumerare Escherichia coli e Staphylococcus aureus, mentre negli Stati Uniti hanno preferito Salmonella typhimurium.
Dallo studio inglese si sono tratte conclusioni ovvie, come quella per cui più il cibo è appiccicoso, più batteri vi si trasferiscono in meno tempo, ma anche qualche curiosità: la moquette ha il minor tasso di trasferimento dei batteri rispetto a parquet e piastrelle.
Gli studi concordano nell'affermare che non appena il cibo tocca terra, esso è automaticamente contaminato, ma divergono nella stretta conseguenza.
Mentre per l' Università di Aston la quota di batteri immediatamente trasferiti non è abbastanza per procurare una malattia ed è comunque necessario che passi un periodo di tempo maggiore per definire il cibo non sicuro, per il gruppo statunitense, se il trasferimento è abbastanza per enumerare i batteri, lo è anche per procurare una malattia.
Da qui il comportamento differente anche dei due capigruppo della ricerca, quando si è chiesto loro se seguissero la regola dei 5 secondi.
Lo statunitense Dawson ha affermato di non mangiare nulla che sia caduto a terra anche solo per mezzo secondo, mentre l'inglese Hilton dice di seguire la regola, naturalmente facendo un'eccezione nel caso la superficie d'arrivo non sia il pavimento di casa sua, ma il marciapiede, ben più sporco.
Aspettiamo gli aggiornamenti per leggere lo studio britannico nello specifico.
Nel frattempo, vi state chiedendo l'utilità di questo tipo di ricerca? Onestamente lo ignoro, ma deve aver fatto venire qualche idea a note marche di panificati, se anche Antonio Banderas adesso produce fette biscottate più spesse.

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